Le vie di epoca romana e medievale 
  
  La viabilità 
  romana, in base alle fonti antiche, sembra distribuirsi su due assi paralleli, uno sulla 
  costa e l'altro lungo la dorsale del massiccio del Matese. A queste due arterie 
  principali vanno aggiunte una via trasversale, parallela al corso del fiume Biferno, ed 
  una che da Isernia-Aesernia, attraverso Venafro-Venafrum, conduceva alla 
  Via Latina. 
  Le strade romane tendono a ricalcare più antichi tracciati e spesso si sovrappongono ai 
  tratturi. La Via Minucia, per esempio, proveniente da Castel di Sangro-Aufidena 
  segue il percorso tratturale Pescasseroli-Candela e diventa l'asse delle nuove 
  fondazioni urbane romane (Bojano-Bovianum, Sepino-Saepinum, Isernia- 
  Aesernia). Con il crollo dell'impero romano cessa la manutenzione delle viae 
  publicae, che progressivamente vengono sostituite da altri percorsi che testimoniano una 
  diffusa frammentazione del territorio. A Larino-Larinum giungeva, provenendo da 
  nord, la Traiano-Frentana, alla quale si attribuisce il nome convenzionale di Litoranea. 
  Il suo tracciato è ripreso in parte dal tratturo L'Aquila-Foggia e dalla viabilità 
  moderna. L'attuale strada statale 17 ripercorre in buona parte il tratturo 
  Pescasseroli-Candela. Da Bojano partiva una strada che arrivava fino a Larino, passando 
  dalle stazioni ad Canales e ad Pyr(um). 
  Lungo i tracciati viari sopravvivono i resti di alcuni ponti: il ponte di Limosano, il 
  ponte Rotto, il ponte Giano Camense, il ponte sul fiume Sordo... Un ponte a tre campate 
  a schiena d’asino (fine 1200) è rimasto sommerso dall’invaso della diga del Liscione sul 
  fiume Biferno. Le fonti principali sulle vie di comunicazione sono l'Itinerarium 
  Antonini Augusti, con minuziosa elencazione dei centri collegati e le relative 
  distanze stradali; la tabula Peutingeriana (riproduzione del XII sec. di una 
  carta stradale dell'impero romano del IV sec.) e la Ravennati Anonymi Cosmographia.