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La storia di Morrone del Sannio
I Sanniti


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Sanniti sono stati tra i primi abitanti del Molise. Suddivisi in cinque tribù: Caraceni, Irpini, Caudini, Pentri e Frentani; si dedicarono alla pastorizia ed essendo un popolo di valorosi guerrieri, traevano  guadagno anche come mercenari.

Il territorio era organizzato in piccoli villaggi (vici). Le  principali città nel Molise erano: Isernia, Trivento, Sepino, Larino (capoluogo dei Frentani), Boiano (capoluogo dei Pentri). Il centro del culto (Santuario) era Pietrabbondante. Il Magistrato della città era chiamato Maddix.

Secondo la tradizione, i Sanniti sarebbero originari della Sabbinia; Altri sostengono che in seguito ad un   " Ver Sacrum" (emigrazione) siano giunti ad un colle chiamato "Saminnium". Il "Ver Sacrum" è una dedica fatta ad una divinità (Ares - Marte), di tutti gli uomini e gli animali, nati in un determinato anno. I giovani, giunti alla maturità (20 anni) erano costretti, in sostituzione dell'antico uso del sacrificio umano, ad abbandonare le comunità d’appartenenza e dirigersi alla ricerca di nuove terre.

Erano preceduti in questo loro viaggio da un animale sacro (lupo, toro, picchio) al cui nome spesso si ricollegava quello del gruppo (Irpini,Pentri, Piceni).

Qualche volta succedeva che a guidarli fosse un Dux (condottiero).
L'origine del Ver Sacrum, era dovuta a carestia o al bisogno di nuove terre fertili imposto dall'incremento della popolazione.
Parlavano la lingua Osca, che li apparentava agli Osco - Umbri. Esiste un prezioso esemplare archeologico, rappresentato dalla famosa Tavola di Agnone (foto) sulla quale è inciso l'alfabeto Osco, attualmente al British Museum di Londra.

Il territorio di Morrone era in bilico tra quello dei Pentri e quello dei Frentani.
Con la suddivisione operata dall'imperatore Augusto nel II. secolo dopo Cristo, Morrone fu incorporato in quello Frentano, assieme alla Apulia e venne a far parte della seconda Regione.
Negli scambi commerciali la pratica più diffusa era il baratto. Sembra che  nei primi tempi essi non abbiano  coniato monete.

Le cinque tribù Sannitiche  con una popolazione di circa seicentomila abitanti, in caso di guerra si confederavano. I morti erano inumati  con il corpo disteso supino nella fossa. Ai piedi del defunto era posta una "olla " vaso con provviste di cibo.

Non era consentito dare in sposa la figlia al primo venuto. Ogni anno, erano selezionate le  ragazze più belle, che andavano in sposa ai  giovani più valorosi. Se un giovane si comportava in modo disonorevole era privato della moglie e allontanato dalla tribù. Tra le tante guerre sostenute dai Sanniti, quelle contro i Romani segnarono la loro scomparsa e la loro fine come entità tribale. Queste guerre furono fatte per la supremazia del territorio.

 Le guerre sannitiche furono tre. Al termine della prima 321 a.C. l'esercito romano sconfitto alle" Forche Caudine" fu costretto a subire l'umiliazione di passare sotto il giogo. In seguito alla seconda 320 a.C., i Sanniti sconfitti a Lucera, subirono per ritorsione a loro volta, l'umiliazione inflitta al nemico. La terza conclusa nel 292 a.C. segna la loro definitiva sconfitta, e tutto il loro territorio restò sotto il saldo dominio romano, i quali lo divisero in distretti rappresentati dai Municipia.

Morrone apparteneva al Municipia di Larino.

 

 

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